L'anziano viaggiatore soggiorna in questo albergo ristorante per un giorno. Tocchi di eleganza sobria qua e là nell'ingresso. Non mancano però piccoli inconvenienti. Chiedi una camera tranquilla, e ti trovi in una stanza sopra un cortile un po' deprimente. La rubinetteria appare bisognosa di restauri, le tapparelle della finesttra non si chiudono del tutto, lasciando pertanto di notte arrivare luci fastidiose. Ma in compenso il clima intorno risulta allegro, familistico, perché il gestore, Emilio, che ama il suo lavoro evidentemente, ha saputo comunicare intorno a sè sicurezza e entusiasmo. Non per nulla, tutto il personale risponde con una cordialità contagiosa. Nella hall disegnano le sue nipotine e da loro rimbalza un clima festivo, pre-natalizio. Poi, a cena, nel ristorante dell'hotel esplode un'incredibile qualità del cibo, proposto da un autentivo personaggio teatrale, Angelo dalle infinite arguzie, e Olga, la fiera ucraina dai dolci sorrisi. E così si susseguono via via gli antipasti di pesce, tra cui un polipetto imbevuto di salsa di pomodoro, linguine al totano freschissime e perfette nella cottura, mentre una bianca Passerina rinfresca i sapori, e nel congedo un passatello si accompagna bene con dolcetti appena sfornati tra cui biscotti al vino. Il breakfast della mattina conferma infine l'impressione dell'accuratezza professionale dell'ambiente.
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